Il debito
pubblico non è mai stato un vero debito ma una convenzione (VEDI Giappone). Ora, che il debito pubblico è creato dal nulla (BCE invia danaro
informatico,non lo stampa neanche, alle banche che a sua volta comprano il
debito di stato) non è un problema lo capisce anche un bambino, quindi non
insisterei molto su questo punto, perché rischierei di offendere i lettori, ma
tagliamo la testa al toro esempio: immaginiamo di vivere su un pianeta in cui lo
Stato è l'unico produttore planetario di pane e ne produce in quantità
illimitata o almeno in una quantità tale da soddisfare tutti i bisogni del
nostro pianeta. Mi può spiegare qualcuno come può lo Stato diventare
all'improvviso
in debito di pane se le produce solo lui e nessun altro? Chi può
essere mai questo misterioso creditore di
pane, se quelle che lo possiede lo ha ottenute dallo Stato? L'unico modo in cui
lo Stato può diventare un debitore netto di pane è per pura convenzione, perché ha deciso
di chiamare dei pezzi di carta che distribuisce in giro per il mondo e
convertibili in qualsiasi momento in pane, "debito di pane": se lo avessi chiamato "giacomino" o "franceschino",
nessuno avrebbe potuto obiettare nulla e lo Stato non sarebbe mai stato
ferocemente accusato di essere uno sconsiderato e spregiudicato debitore di pane.
Si tratta dunque di una semplice questione di linguaggio, che dal punto di
vista tecnico, economico, politico non ha alcuna rilevanza. Oppure come è
accaduto nel nostro strano pianeta chiamato Terra alcuni ladri criminali (i banchieri) si sono
appropriati in modo fraudolento dei forni di pane che un tempo erano dello
Stato e concedono il pane in prestito a quest’ultimo, pretendendo di essere
rimborsati per l’intero capitale più un dato saggio di interesse che cresce in
base alla durata del prestito stesso. Siccome lo Stato non ha più la
possibilità di produrre pane, dovrà chiedere sempre nuovi prestiti per ripagare
quella parte di pane di interessi che materialmente non ha, iniziando un circolo vizioso che
potrebbe non avere mai fine, o meglio finisce solamente quando i nuovi
produttori di pane non hanno più la certezza di essere rimborsati e aumentano
così tanto il tasso di interesse sui
nuovi prestiti di pane da rendere praticamente impossibile per lo Stato
assolvere a tutti i suoi impegni, costringendolo alla bancarotta. Considerando però
che lo Stato ha giuridicamente il potere di riscattare in qualsiasi momento la
proprietà dei forni di pane, è inutile ribadire che il furto dei banchieri non
sarebbe mai avvenuto senza la complicità dei politici e
il tacito e succube assenso dei cittadini.
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