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sabato 18 agosto 2012

LE BANCHE COME DOVREBBERO ESSERE




Nella speranza di un futuro migliore, un gruppo di ragazzini indiani ha dato vita a un sistema bancario indipendente che permette loro di depositare i risparmi e chiedere piccoli prestiti. In un momento di crisi come quello che stiamo attraversando, forse i grandi banchieri avrebbero qualcosa da imparare da questi bambini


In India c'è una banca gestita da dodicenni (e funziona benissimo)


La necessità aguzza l’ingegno, specialmente se sei un ragazzino di strada in un paese enorme e contraddittorio come l’India, dove le chance di avere una vita migliore te le devi sudare e conquistare giorno dopo giorno. Ed è proprio nella speranza di avere un futuro dignitoso, che contempli un’istruzione adeguata, un lavoro, una casa e una famiglia, che un gruppo di ragazzini indiani ha dato vita a un sistema bancario indipendente, la banca dei bambini appunto, dove possono depositare i loro soldi e chiedere dei prestiti ogni volta che ne hanno bisogno.
Una filiale di questa banca ha la sua sede in un ricovero per i senza tetto nella capitaleNuova Delhi: è qui che i ragazzini che hanno un lavoro arrivano per depositare i loro salari e ottenere licenze e facilitazioni per avviare una piccola attività in proprio o ottenere prestiti per comprare ciò che serve loro per la scuola. Racconta il blog Oddity Central che la cosa più stupefacente di questa banca per bambini e adolescenti è il fatto che è stata creata, costruita e gestita esclusivamente da ragazzini. Basti pensare che Satish Kumar, eletto direttore della filiale di Nuova Delhi, avrà sì e no 12 anni.
[Foto: Getty Images]
Anche Mohammad Shah ha 12 anni ed è un cliente della banca: di giorno va a scuola e di notte vende bottiglie d’acqua. Ha già chiesto e ottenuto tre prestiti, il suo sogno è quello di diplomarsi e diventare un poliziotto. E racconta:
La prima volta ho chiesto 500 rupie per comprare l’uniforme scolastica e altre cose. La seconda volta ho chiesto un prestito perché mia madre era malata: ho preso 100 rupie per comprare il necessario per farla guarire. La terza volta è stata perché dovevo ripagare un debito che ho contratto per aiutare mio padre ad aprire un negozio
Come Mohammed ci sono altri 9.000 ragazzini che ripongono la loro fiducia nella banca dei bambini e che depositano il loro denaro nelle 77 filiali sparse in tutto il Sud-Est asiatico, sperando in un futuro migliore. Sharon Jacob portavoce di Butterflies - una ONG per i diritti dei bambini – spiega che il senso di responsabilità di questi ragazzini ha scioccato il mondo degli adulti: “Possono essere dei veri modelli perché sanno cosa significa risparmiare e sanno dare la giusta priorità alle cose. Così quando spendono i loro soldi li utilizzano nel mondo migliore possibile, cosa che gli adulti non sempre sono in grado di fare”.
Ogni mese i direttori delle filiali si riuniscono per valutare l’andamento dei vari “correntisti”, per stabilire chi può prendere un prestito e in quanto tempo dovrà restituirlo. In tempi come questi, dove i colossi finanziari sembrano più vulnerabili che mai, i grandi banchieri avrebbero davvero qualcosa da imparare da questi ragazzini.

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