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martedì 12 febbraio 2013

LA TEORIA DELL'EQUIVALENZA RICARDIANA, è il motivo per cui vi condannano alla DEFLAZIONE SALARIALE.

Il problema che si incontra nel comunicare con il prossimo, è legato al bagaglio culturale, all'apertura mentale ed alla voglia di confrontarsi, soprattutto se le idee sono poco chiare.

Ho faticato non poco a scoprire quale fosse il problema dell'essere compreso, e so di non sapere, ma la difficoltà che ho riscontrato, nasce soprattutto quando ti confronti con gente che non sa di cosa parla.

Molti sparano concetti misteriosi come se fossero stati proferiti direttamente dall'oracolo di Delfi.

Ho provato ad interrogare l'oracolo e lui mi ha risposto:



Ti avverto, chiunque tu sia. Oh tu che desideri sondare gli arcani della Natura, se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi non potrai trovarlo nemmeno fuori. Se ignori le meraviglie della tua casa, come pretendi di trovare altre meraviglie? In te si trova occulto il Tesoro degli Dei. Oh Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei.

Ho deciso quindi di sondare la mia casa.

Qualcuno mi ha detto sogghignando meglio un uovo oggi che la gallina domani, un'altro mi ha parlato vagamente di Darwinismo, meritocrazia, scuola Austriaca, un altro ha affermato di essere un empirico scettico Humiano (questo l'ho dovuto dedurre), altri in maniera generica hanno criticato a priori la teoria Keynesiana, i nuovi sviluppi dei primi del 900 della teoria della probabilità, arrivando perfino ad affermare l'inutilità della statistica inferenziale, come strumento di analisi empirica dei processi stocastici (casuali).

Non mi sono dato pace ed ho fatto una scoperta semplicemente guardando un grafico che va dal 1861 al 2011.


Grafico (1)

Quello che vedete lo chiameremo moltiplicatore pseudo Keynesiano di Andcappe, non ho mai prodotto nulla di interessante ma questo grafico mi piace.

Rappresenta la variazione percentuale in valore assoluto del Pil diviso una variazione in valore assoluto della spesa pubblica, dal 1861 al 2011. La media a 10 anni, linea rossa, ci dice quando una variazione della spesa pubblica di 100, ha determinato una variazione del Pil inferiore di 100. Le variazioni le vedete calcolate in percentuale sulla sinistra. Sulla destra abbiamo l'andamento del PIL e del Debito Pubblico Italiano in termini reali.

Analizziamo storicamente il grafico e notiamo che fino al 1901, la media a 10 anni viaggia sotto lo zero con medie che arrivano al -1500% nel 1885, per poi risalire nel 1891 ed arrivare a zero nel 1901.

All'epoca non andava di moda la spesa pubblica, il pensiero prevalente, era quello di una ricca borghesia e di una Aristocrazia padrona della politica, che vedeva nella spesa pubblica, un abominio. La finanza la faceva da padrona, approfittandosi del popolo incolto ed analfabeta, ma si stavano diffondendo le teorie di John Stuart Mill, il quale diceva che il capitalismo, per non soccombere, avrebbe dovuto sviluppare l'istruzione e le garanzie sindacali.

A voi questo pensiero di MILL, non suona antitetico rispetto a quanto stanno facendo oggi i nostri politici tagliando l'istruzione e le garanzie sindacali? 

Ho detto l'istruzione pubblica e non voglio sponsorizzare l'idiozia della formazione, che in un paese che non crea lavoro non serve proprio a nulla (opinione personale).

Nel 1892 scoppia il caso della Banca Romana, che coinvolse alcuni settori della sinistra storica.

Oddio mi scappa di dire NAZIONALIZZIAMO MPS.

Le politiche sociali di Giolitti, ai primi del 900, favoriscono un avvicinamento alla sinistra moderata, si investe nelle scuole pubbliche più che altro per favorire quelle cattoliche, ebbene si anche allora succedeva quanto succede oggi, e si apre la strada al primo sindacato la CGL.

Il voto diventa a suffragio universale nel 1913, e si passa dallo STATO LIBERALE a quello DEMOCRATICO anche se il voto è limitato ai maschi.

Notate che dal 1901 in poi le variazioni del Pil, grazie a queste manovre sociali, diventano superiori a quelle in valore assoluto della spesa pubblica, seguite la media a 10 anni rossa. Dopo la prima guerra mondiale, le politiche diventano di nuovo, rigide e di stampo chiamiamolo Austriaco, ed il valore del moltiplicatore del Pil crolla a zero.

Salto la parte relativa alla guerra direttamente al dopoguerra e notate un grande cambiamento.

Abbiamo due periodi:

1) 1861-1945 la media rossa prima della guerra fino al 1901, viaggia mediamente sotto lo zero, dal 1901 in poi con le politiche sociali, sale sopra, per poi ripiombare a causa della prima guerra mondiale verso lo zero. 

2) Dopo la guerra, le politiche Keynesiane, insite nel piano Marshall, portano i loro frutti, e garantiscono un grande sviluppo, il Pil reale cresce sopra al Debito Pubblico Reale, dimostrando la validità delle teorie Keynesiane e dice pure che dal 1980 circa, cala velocità di crescita del Pil rispetto al debito pubblico che accelera. Vi ricordate nel 1979 entriamo nello SME, e divorzia la Banca d'Italia dal Tesoro.

Per i sofisti, gli scettici, i nichilisti, gli Austriaci e chiunque altro voglia contraddirmi passo per onestà intellettuale ad analizzare lo spaccato di quanto visto sopra.


ANALISI DEL PERIODO CHE VA DAL 1870 AL 1945

Grafico (2)


Il grafico mostra la variazione assoluta del Pil rispetto alla variazione assoluta della spesa.

La linea blu è il valore non deflazionato, la linea rossa il valore deflazionato dell'indicatore.

Ci dice due cose il grafico in relazione al periodo che va dal 1870 al 1945:

1) Che prima della seconda guerra mondiale, il pensiero prevalente era quello della ricca borghesia, e dell'aristocrazia, il pensiero chiamiamolo ottocentesco di scuola Austriaca che consiste nel rispondere alle crisi con l'austerity. 

2) I risultati si vedono nel valore deflazionato linea rossa, che mediamente sta sempre sotto la linea dello zero. Dimostrando che la spesa pubblica in quel periodo era veramente improduttiva malgrado il livello di inflazione fosse ovviamente basso.

Non rimane che da analizzare il periodo successivo.

ANALISI DEL PERIODO CHE VA DAL 1945 AL 2011

Grafico (3)


Questo grafico può essere diviso in tre periodi:

1) Il periodo che va dal 1945 al 1980, come vedete le politiche Keynesiane, producono, anche analizzando l'indicatore deflazionato, i loro frutti. Il grafico ci dice che anche durante, il periodo 1970-1980 la variazione della spesa, produce i suoi frutti, fino all'ingresso dell'Italia nello SME.

2) Periodo che va dal 1979 al 1997. Questo periodo è di difficile lettura, si nota una variazione del Pil, inferiore a quella della spesa, dal 1992 uscita dallo SME, risale l'indicatore, dimostrando l'efficacia della svalutazione monetaria, ma nel 1997 le politiche di contrazione della spesa pubblica di Prodi e quelle successive di D'Alema per rimettere in sesto i conti pubblici, fanno diventare la spesa improduttiva visto che i tagli generano variazioni più che proporzionali del Pil.

3) Perido che va dal 1997 al 2010, questa Europa ricalca i disastrosi effetti dell'ingresso nello SME.

CONCLUSIONI:

Possiamo dividere la Storia d'Italia in tre periodi, quello prima della seconda guerra mondiale "Austriaco", quello successivo "keynesiano" ed il terzo periodo EUROPEISTA.

1) Nel primo periodo, prevale la dottrina chiamiamola Austriaca e la spesa pubblica è mediamente IMPRODUTTIVA, non lo dico io ma l'indicatore deflazionato linea rossa, che viaggia mediamente sotto lo zero.

2) Nel secondo periodo viene applicata la teoria Keynesiana e la spesa pubblica diventa PRODUTTIVA, viaggiando l'indicatore come diceva Keynes, sopra lo zero fino al 1980 circa.

3) Nel terzo periodo EUROPEISTA, le teorie neoclassiche ed ottocentesche tornano prevalenti, e la spesa diventa di nuovo IMPRODUTTIVA.

Oddio La Russa, dice che dobbiamo dilazionare l'acquisto dei caccia bombardieri, per sostenere la spesa pubblica, dovremmo tutti insorgere.


LA MIA SCOPERTA

La mia scoperta di oggi è che il problema nel comunicare con il prossimo, deriva dall'EQUIVALENZA RICARDIANA.

Ricardo diceva che è inutile spendere i soldi oggi a debito, obbligando i cittadini a pagare le tasse per pagare il debito dilazionandole nel futuro.

La logica Ricardiana, era che un soggetto, sapendo di dover pagare le tasse, nel futuro, riduce la propria spesa, sterilizzando i vantaggi della spesa pubblica fatta a debito.

Questa teoria poi abbandonata da Ricardo, viene ripresa da un tizio negli anni 70 che si chiama Robert J. Barro che pubblica un articolo intitolato "On the Determination of the Public Debt" nel Journal of Political Economy (Vol. 87, N. 5, pp. 940-971).

Naturalmente questo grandissimo economista, riprende le teorie di Ricardo, ed oggi sono alla base dei complicatissimi calcoli matematici che sono alla base delle logiche con cui opera la BCE.

EVITO DI DIRE CHE I RISULTATI SONO SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI, NEI GRAFICI CHE TUTTI VOI AVETE VISTO FINO AD ORA.

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